Titolo: La visita della sera
Tecnica: olio e acrilico su tela
Dimensione: 100 x 100
Anno di esecuzione: 2016
“La visita della sera” è una tela che si compone di intarsi coloratissimi e disegni cashmere, a simboleggiare le tinte che l’esistenza può assumere e che, il più delle volte, sono determinate dai nostri comportamenti. La vita è, infatti, un dono variopinto, che acquista maggior valore proprio nei momenti più drammatici.
Volendo osservare l’opera come uno spaccato di vita, è evidente che il tempo si sia arrestato in un’istantanea, quasi inibito di fronte agli eventi della quotidianità. Tuttavia il tempo appartiene all’individuo solo relativamente, poiché il suo percorso – pur caratterizzato da esperienze empiriche che sembrano determinarne la direzione terrena – è destinato all’immortalità.
Nel dipinto viene ironicamente inserito un topolino che visita il quotidiano dell’uomo e, coraggiosamente, mette piede nel caos di chi agisce anche con prepotenza per esorcizzare il timore della propria morte. La presenza del roditore, seppur minuscola, appare come un’insidiosa minaccia a cui Medusa risponde con un grido, a simboleggiare quell’individuo che, schiacciato dalle proprie paure, reclama giustizia.
Il piccolo topo, l’innocente che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, simboleggia l’opportunità dell’uomo di soddisfare una fame di vendetta latente, quasi che l’atavico istinto di sopravvivenza continui ad avere la meglio sulla ragionevolezza. L’essere umano non cerca alcuna forma di giustizia autentica, ma desidera appagare una necessità egoistica, giustificando i propri gesti attraverso una minaccia oggettivamente innocua.
Da dietro la tela una figura antropomorfa sembra premere per uscire: l’osservatore muto è consapevole del declino morale di un uomo che ha barattato la saggezza con la vacuità.