Titolo: il Poeta zoppo
Tecnica: olio e acrilico su tela
Dimensione: Cm 70 x 80
Anno di esecuzione: 2017
“Il Poeta zoppo” evidenzia la condizione psichica dell’individuo, gettato nella realtà sociale cui viviamo.
Il cervello dell’uomo è formato da due emisferi, tra loro complementari: quello sinistro, più razionale e detto ingegnere, e quello destro, più creativo e chiamato poeta. A rigor di logica il primo dovrebbe impegnarsi nelle concatenazioni logiche, il secondo dovrebbe essere deputato alla percezione complessiva degli stimoli.
Nell’opera emerge come l’aspetto della razionalità pura sia oggi fortemente contaminato dalle icone, dagli stereotipi e dai falsi miti che, nell’individuo contemporaneo, generano un abbruttimento sul piano morale e un appiattimento su quello etico. Un esempio efficace giunge dai pieghevoli che saturano le cassette della posta e bersagliano l’attenzione degli utenti per stimolarli, quasi fino all’esasperazione, all’acquisto di beni di vario genere.
Ne “Il Poeta zoppo” si incontrano immagini di oggetti pericolosi per l’uomo, come droghe o armi, accanto ad altri di normale uso quotidiano, a significare che oggi tutto è accessibile, fruibile ed edulcorato da pubblicità accattivanti e prezzi fuorvianti.
La rappresentazione diviene il burqa, dove la verità s’intravede nel varco su un cielo azzurro e nel contempo nuvoloso, quasi fosse la vetrina di un negozio chiuso, da cui scende il Delta di Dio, con l’occhio serrato e la scritta: “chiuso fino a data da destinarsi per rinnovo patto con l’uomo.”
L’opera termina con un rebus … che sia l’osservatore a trovarne il senso.